Cos'è il Nature Restoration Law e quali conseguenze ha in Italia
Contrastare la perdita e il declino della biodiversità, degli habitat e delle specie rappresenta una priorità a livello europeo per tutelare gli ambienti naturali e in generale gli equilibri ecosistemici all’interno del Vecchio Continente. Per questo, sono diverse le misure introdotte negli anni dall’Unione Europea per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. Uno di questo è il Programma di Ripristino della Natura, conosciuto anche come Nature Restoration Law o NRL. Scopriamo in cosa consiste e in che modo l’Italia è attrezzata per seguire le misure introdotte.
Cos’è la Nature Restoration Law
Approvata il 17 giugno 2024 al Consiglio ambiente dell’Unione Europea, la Nature Restoration Law è la prima legge europea che stabilisce obiettivi giuridicamente vincolanti per il ripristino degli habitat degradati in Europa. Si tratta di una normativa fondamentale, che consente di affrontare in modo vincolante la perdita di biodiversità e il degrado degli ecosistemi su scala comunitaria.
Questo Regolamento fa parte del più ampio Green Deal Europeo e della Strategia UE sulla Biodiversità per il 2030.
Obiettivi e scadenze
Secondo i dati dell’Unione Europea, solo il 27% delle specie tutelate ha uno stato di conservazione soddisfacente e l’81% degli habitat europei è degradato. L'obiettivo generale del NRL conssite proprio nel ripristino progressivo degli ecosistemi in cattive condizioni nei Paesi membri, con target specifici da raggiungere nel tempo. Uno degli obiettivi principali è quello di ripristinare almeno il 30% degli habitat degradati entro il 2030, per arrivareal 60% nel 2040 e infine al 90% nel 2050.
Il Regolamento stabilisce anche requisiti specifici per diversi tipi di ecosistemi, tra cui:
- Ecosistemi agricoli: obiettivi per invertire il declino degli impollinatori, aumentare gli elementi paesaggistici ad alta diversità (come siepi e alberature), e migliorare la biodiversità agricola.
Foreste: migliorare la biodiversità e la gestione sostenibile delle foreste, e piantare almeno tre miliardi di alberi aggiuntivi a livello UE entro il 2030.
- Ecosistemi marini: ripristino degli habitat marini, inclusi quelli importanti per la pesca e l'assorbimento di carbonio.
Acque interne: ripristino della continuità naturale dei fiumi, con l'obiettivo di convertire almeno 25.000 km di fiumi in fiumi a scorrimento libero entro il 2030.
- Ecosistemi urbani: obbligo di non avere una perdita netta di spazi verdi urbani e di aumentare la copertura arborea in città.
Essendo un Regolamento europeo, la Nature Restoration Law è direttamente applicabile in tutti gli Stati membri. Ogni Paese deve elaborare e attuare un Piano Nazionale di Ripristino che indichi le misure specifiche da adottare per raggiungere gli obiettivi prefissati.
La Nature Restoration Law in Italia
L'adozione della Nature Restoration Law ha implicazioni significative per l'Italia, sia a livello di sfide che di opportunità. Il nostro Paese, data la sua ricchissima biodiversità e la grande varietà di habitat (dalle zone alpine alle coste, dagli agroecosistemi alle aree urbane), dovrà affrontare impegni sostanziali, tra cui:
Il ripristino degli habitat: individuare e attuare misure concrete per il ripristino degli ecosistemi terrestri e marini in cattive condizioni, in particolare quelli inclusi nella Rete Natura 2000.
Agroecosistemi: adottare pratiche agricole più sostenibili, aumentando le caratteristiche paesaggistiche ad alta diversità nei terreni agricoli (come siepi, fasce tampone e stagni) e lavorando per invertire il declino degli impollinatori.
Fiumi e zone umide: rimuovere le barriere artificiali che impediscono il libero scorrimento dei fiumi e ripristinare le zone umide drenate, come le torbiere, fondamentali per lo stoccaggio del carbonio.
- Aree urbane: le città italiane sono chiamate a non perdere spazi verdi netti e ad aumentare la copertura arborea, migliorando così la resilienza urbana ai cambiamenti climatici e la qualità della vita.
Essendo la NRL un regolamento vincolante, l'Italia è chiamata ad elaborare e attuare il proprio Piano Nazionale di Ripristino, da presentare alla Commissione Europea entro la metà del 2026 per centrare gli obiettivi entro le scadenze stabilite. Il National Biodiversity Future Center sta supportando l'Italia con ricerca e indicazioni scientifiche per raggiungere gli obiettivi della legge, mentre le agenzie regionali per l'ambiente (come l'Arpa) saranno coinvolte nell'attuazione del regolamento a livello territoriale, specialmente per la raccolta e l'elaborazione dei dati.