Cosa significa tutelare una risorsa idrica
Abbiamo chiesto a Piero Viola, tra i protagonisti del documentario “Storie di Acqua” e Responsabile della Gestione delle Risorse Idriche di Nestlé Waters, cosa significa tutelare una risorsa idrica. L’esperto ci ha raccontato una storia di passione e amore per l’acqua, di grandissimo rispetto per il territorio e l’ambiente.
1) L’acqua rappresenta una risorsa vulnerabile non infinita, che è da proteggere e conservare, favorendo un comportamento responsabile, rispettoso e amico dell’ambiente. Cosa fa il Gruppo Sanpellegrino per tutelare la risorsa acqua?
Il Gruppo Sanpellegrino, oltre a garantire il rigoroso rispetto delle disposizioni previste dalla normativa vigente in materia, attua da sempre ogni possibile azione tesa alla salvaguardia delle acque minerali e, in ogni caso, della risorsa acqua. E’ un impulso spontaneo, consapevole ed appassionato, teso a migliorare continuamente l’efficacia di ogni attività in corso e a individuarne di nuove per rinforzare la tutela generale di questo bene prezioso che, affermiamo con profonda convinzione, deve essere tramandato alle generazioni future intatto.
2) In concreto, in che modo vi occupate del territorio circostante e come siete organizzati per farlo in modo efficiente?
Il territorio circostante alle fonti – già compreso nelle aree istituzionali di tutela assoluta, protezione ristretta ed ambientale, e quindi sottoposto a definite e rigorose procedure – è periodicamente ispezionato dal personale del Servizio Sorgenti, di cui ogni sito produttivo è dotato. Gli operatori di questo servizio, appositamente addestrati, provvedono alla verifica dell’integrità dei luoghi e degli impianti di captazione, dell’assenza di situazioni potenzialmente rischiose per l’integrità del bene e al prelievo di campioni di acque per la verifica della qualità attesa. Oltre alle attività descritte, l’accurata gestione dell’area di tutela assoluta, immediatamente circostante ad ogni fonte, gli appositi impianti di anti intrusione installati alle fonti e i sistemi di telecontrollo consentono di mantenere un adeguato livello di salvaguardia delle risorse.
3) C’è qualcosa del suo lavoro che le dà particolare soddisfazione o un ricordo, un aneddoto, una storia che porterà sempre con sé?
Il mio lavoro è passione totale: ogni fatica è compensata dall’opportunità unica di occuparmi di una risorsa naturale, per cui ogni attività, in definitiva, è interessata in misura variabile da forti relazioni con la natura. Questo entusiasmo deriva sicuramente da esperienze fatte in età giovanile: prima della laurea ho infatti trascorso una dozzina d’anni con la passione per l’agricoltura. La mia famiglia possedeva infatti una fattoria e lì, anche da conduttore diretto dell’impresa, ho certamente sviluppato la consapevolezza ed il rispetto per la natura. E’ stata l’esperienza che ha acceso in me la “fiamma” per l’acqua e le fonti. La mia prima esperienza di responsabile di una fonte di acqua minerale è avvenuta circa vent’anni fa, quando ho iniziato ad occuparmi di una sorgente spontanea ubicata al termine di un tunnel scavato nella roccia viva. Ecco, il ricordo della prima volta in cui sono entrato in quella piccola galleria, con i minerali e le stratificazioni rocciose così ben in vista, il risuono dell’acqua minerale che scrosciava spontaneamente, mi hanno letteralmente fulminato. In quel momento il mio pensiero è corso al viaggio lunghissimo che quell’acqua poteva aver fatto prima di rivedere la luce, ho immaginato a quali minerali aveva incontrato segretamente, prendendone l’essenza e trasportandola intatta sino a noi. Quando ne ho poi bevuto un sorso dal palmo della mano ho provato un brivido, pensando che quei “Sali minerali”, così estratti dalle profondità della Terra, entravano nel mio organismo per la prima volta, dopo aver riposato per milioni di anni. Questo è il ricordo più importante che vive intatto in me ed è bellissimo rispolverarlo ogni tanto.