Salta al contenuto principale
22.11.2019

Come funziona oggi il riciclo delle bottiglie di plastica, l’impegno del Gruppo Sanpellegrino

Come funziona oggi il riciclo delle bottiglie di plastica, l’impegno del Gruppo Sanpellegrino
Come funziona oggi il riciclo delle bottiglie di plastica, l’impegno del Gruppo Sanpellegrino
Questa News è

Milano, 22 novembre - Le plastiche non sono tutte uguali: ognuna ha le proprie caratteristiche, proprietà e campi di applicazione. Il Gruppo Sanpellegrino, per la realizzazione delle sue bottiglie, utilizza esclusivamente il PET (polietilene tereftalato): una resina leggera, resistente e sicura, adatta al contatto con gli alimenti - in quanto in grado di garantire una protezione ottimale della qualità dell’acqua - e soprattutto è riciclabile al 100%.  Questo materiale, oltre ad avere origini differenti – fossile quando alla base ci sono idrocarburi, biologica quando si tratta di piante e biomasse - se raccolto e smistato può essere riciclato e, a sua volta, può dare vita ad altre bottiglie in R-PET (Recycled PET).

 

Le bottiglie in PET, infatti, una volta conferite negli appositi contenitori, vengono raccolte, smistate e separate dagli altri materiali. Le bottiglie pre-smistate vengono, poi, pressate in balle – grandi cubi compatti contenenti da 5.000 a 10.000 bottiglie – che aperte tramite appositi macchinari danno il via al processo di riciclo. In seguito, vengono rilavorate dando vita a nuove bottiglie, o altri materiali come ad esempio giocattoli o capi di abbigliamento.

 

Ma qual è l’impegno del Gruppo Sanpellegrino riguardo questo tema? Come viene evidenziato nel booklet “Tutto quello che vorresti sapere sulle bottiglie di plastica”, il Gruppo Sanpellegrino, nel corso degli anni, si è impegnato con una strategia volta a ridurre al minimo l’impronta ambientale al fine di realizzare progetti specifici che lavorano non solo sul fronte del packaging ma anche su quello dell’impatto della produzione e del trasporto. Relativamente al packaging, l’azienda si è posta come primo obiettivo quello di raggiungere, entro il 2025, il 35% di PET riciclato all’interno di tutta la gamma dei suoi prodotti. Levissima e Acqua Panna, invece, si sono poste un obiettivo ancora più sfidante: produrre, entro lo stesso arco temporale, tutte le loro bottiglie con una percentuale di R-PET pari al 50%, ovvero il massimo contenuto di PET riciclato consentito dalla normativa italiana.

 

Il Gruppo Sanpellegrino, inoltre, lavora costantemente per introdurre materiali di origine biologica, come il BIO-PET – già presente in diversi formati delle bottiglie Levissima - e per trovare soluzioni alternative di imbottigliamento.

 

Il Gruppo punta anche ad avviare progetti innovativi e replicabili, capaci di essere ampliati ed estesi insieme ad altri soggetti della filiera, ecco perché è tra i fondatori di CORIPET - consorzio italiano di produttori di bevande e riciclatori nato per realizzare un sistema di raccolta PET a uso alimentare da avviare direttamente al processo “bottle-to-bottle”. Questo al fine di aumentare la disponibilità di plastiche riciclate di alta qualità e per garantire che un numero sempre maggiore di bottiglie venga raccolto e avviato al riciclo, in una logica “dalla bottiglia alla bottiglia”, che possa alimentare una filiera più forte del PET riciclato. L’obiettivo è ambizioso: la raccolta e l’avvio al riciclo di tante bottiglie quante sono quelle immesse sul mercato entro il 2030 per arrestare la dispersione della plastica nell’ambiente.

 

Infine, a fare da cornice a tutti questi impegni vi è quello sull’educazione e la promozione di comportamenti responsabili, perché solo se tutti si impegnano è possibile costruire una vera e propria economia circolare. Non a caso, il Gruppo aderisce alla visione della New Plastics Economy delle Ellen MacArthur Foundation, secondo la quale la plastica non diventa mai rifiuto, ma rientra nell’economia sotto forma di componenti di valore.