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Idratazione & Gusto

Residuo Fisso: questo sconosciuto

Residuo Fisso: questo sconosciuto
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Che cos’è il residuo fisso?

“Residuo fisso”: si tratta di un’espressione che è facile sentire in relazione all’acqua minerale, che non indica una qualità superiore, ma solo la quantità di sali minerali e oligoelementi contenuti in un litro, i quali sono il risultato di un lungo processo di mineralizzazione che avviene nell’acquifero il cui l’acqua scorre lentamente tra le rocce.

A seconda della concentrazione, più o meno intensa, di questi elementi le diverse acque minerali possono essere più o meno adatte al proprio organismo.

 

I dettagli chimico-fisici del residuo fisso

Il residuo fisso, in inglese "total dissolved solids" (TDS) è l’insieme di solidi disciolti in acqua dolce. Si tratta di un parametro misurato in mg/L e utilizzato per classificare le acque minerali. Il residuo fisso costituisce l'entità dei fattori solidi secchi residui dopo l'evaporazione (prima a 100 poi a 180 °C, talvolta fino a 500 °C) di una certa quantità d'acqua (filtrata) in un contenitore di platino opportunamente tarato.

 

Come si ottiene il residuo fisso? 

Il campione di acqua da analizzare viene sottoposto a riscaldamento graduale che porta all’evaporazione dell’acqua a 100°, all’allontanamento dei componenti volatili e al raggiungimento della temperatura di 180°C, valore a cui si effettua un condizionamento del residuo fisso fino a peso costante. Questo dato si può controllare sull’etichetta della minerale, dove viene espresso in milligrammi per litro (mg/l).

 

Classificazione delle acque in base alla quantità di residuo fisso

Acque minimamente mineralizzate (residuo fisso inferiore o uguale a 50 mg/l). Sono definite “leggere”, favoriscono la diuresi e l’espulsione di piccoli calcoli renali.

 

Acque Oligominerali (residuo fisso compreso tra 50 e 500 mg/l). Dal momento che contengono poco sodio, sono ideali per essere bevute a tavola ogni giorno. Tra i vari benefici svolgono anche un’ottima azione diuretica. In Italia queste sono quelle maggiormente diffuse, oltre il 61% di tutte quelle presenti sul territorio.

 

Medio minerali (residuo fisso compreso tra 500 e 1.500 mg/l). Questo tipo di acqua contiene un’alta percentuale di sali minerali.

 

Acque ricche di sali minerali (residuo fisso superiore a 1.500 mg/l). Sono acque molto ricche di sali. Per questo sono spesso utilizzate a fini curativi e solo su consiglio medico.

 

Cosa contiene il residuo fisso dell’acqua? 

Il residuo fisso dell’acqua può contenere costituenti chimici e solidi disciolti derivanti dagli agenti atmosferici e dalla dissoluzione di rocce e terreni. I più comuni sono calcio, fosfati, nitrati, sodio, potassio e cloruro, che possono far parte del "drenaggio nutrizionale" nel terreno, del deflusso generale delle acque piovane e del deflusso originato dallo scioglimento delle nevi trattate con sale lungo il manto stradale.

Scopri anche: come leggere l’etichetta dell’acqua minerale

 

L’importanza di conoscere il residuo fisso dell’acqua 

Conoscere il valore del residuo fisso dell'acqua è importante per capire se un'acqua è leggera o ricca di sali. La presenza e la quantità di un certo tipo di Sali minerali in un’acqua può incidere sullo stato di salute e sul regime alimentare di chi la consuma? In molti credono che il residuo fisso delle acque ricche di Sali minerali possa incidere negativamente sulla formazione di calcoli renali: in realtà non esiste uno studio a sostegno di questa ipotesi. Di norma, si consiglia di bere molta acqua per prevenire l'insorgenza della calcolosi renale. Stesso discorso per quanto riguarda ritenzione idrica e cellulite: non esiste nessun tipo di acqua e nessun parametro di residuo fisso che incida sull'insorgenza della cellulite o che espella più efficacemente le scorie dal nostro corpo. È tuttavia consigliato in entrambi i casi di bere circa 1 ml di acqua ogni kcal assunta con la dieta.

Dal punto di vista nutrizionale, i diversi tipi di acque classificate in base al residuo fisso contenuto al loro interno possono essere consigliate in base alle caratteristiche, alle abitudini e ai bisogni dell’individuo. In particolare:

  • Le acque minimamente mineralizzate stimolano la diuresi e sono ideali per il consumo quotidiano e per i neonati. Grazie alla scarsa presenza di sodio sono adatte anche in caso di dieta.
  • Le acque oligominerali hanno valenza terapeutica, vengono consigliate in caso di pressione alta e per depurare l’organismo perché contengono poco sodio, che causa ipertensione e “trattiene” liquidi e scorie nei tessuti.
  • Le acque medio minerali, bevute alternandole con acque più leggere, hanno un’elevata capacità di reintegrare i liquidi e i minerali persi con la sudorazione, motivo per cui sono consigliate per gli sportivi, durante l’attività fisica o in estate.
  • Le acque ricche di Sali minerali sono da bere a scopo terapeutico e sotto controllo medico.

 

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