Residuo Fisso: questo sconosciuto
Cosa significa residuo fisso?
“Residuo fisso”: si tratta di un’espressione che è facile sentire in relazione all’acqua minerale, che non indica una qualità superiore, ma solo la quantità di sali minerali e oligoelementi contenuti in un litro.
A seconda della concentrazione, più o meno intensa, di questi elementi le diverse acque minerali possono essere più o meno adatte al proprio organismo.
Come si classificano le acque in base al “residuo fisso”?
Minimamente mineralizzate (residuo fisso inferiore o uguale a 50 mg/l). Si tratta di acque definite “leggere” che favoriscono la diuresi e l’espulsione di piccoli calcoli renali.
Oligominerali (residuo fisso compreso tra 50 e 500 mg/l). Dal momento che contengono poco sodio, sono ideali per essere bevute a tavola ogni giorno. Tra i vari benefici svolgono anche un’ottima azione diuretica. In Italia queste sono quelle maggiormente diffuse, oltre il 61% di tutte quelle presenti sul territorio.
Medio minerali (residuo fisso compreso tra 500 e 1.500 mg/l). Questo tipo di acqua contiene un’alta percentuale di sali minerali.
Ricche di sali minerali (residuo fisso superiore a 1.500 mg/l). Sono acque molto ricche di sali. Per questo sono spesso utilizzate a fini curativi e solo su consiglio medico.
Come si ottiene il residuo fisso? Il campione di acqua da analizzare viene sottoposto a riscaldamento fino all’allontanamento dei componenti volatili e al raggiungimento della temperatura di 180°C, valore a cui si effettua un condizionamento del residuo fisso fino a peso costante. Questo dato si può controllare sull’etichetta della minerale, dove viene espresso in milligrammi per litro (mg/l).