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Ambiente e Territorio

Eutrofizzazione delle acque: significato, cause e conseguenze

Cause e conseguenze dell’eutrofizzazione delle acque
Cause e conseguenze dell’eutrofizzazione delle acque
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Quando si parla di sostenibilità e cambiamenti climatici, risulta fondamentale considerare anche il fenomeno correlato dell’inquinamento dell’acqua. Questa espressione fa riferimento al processo di contaminazione dei corpi idrici, quali laghi, fiumi, oceani, falde acquifere e acque sotterranee, principalmente causato da attività antropiche, in ambito soprattutto civile, industriale e agricolo. L’inquinamento di un elemento così fondamentale per l’uomo – l’Oro Blu, per darne una definizione che ancora di più ne sottolinea l’importanza – porta con sé conseguenze da non sottovalutare. E tra i processi che si intrecciano con questa dinamica, è necessario citare quello dell’eutrofizzazione delle acque, causato dall’attività umana e che a sua volta danneggia le stesse risorse di cui abbiamo quotidianamente bisogno.

Che cos’è l’eutrofizzazione delle acque

Il processo di arricchimento delle acque di nutrienti in particolare modo di composti dell’azoto e/o fosforo – definito eutrofizzazione - provoca una abnorme proliferazione di alghe e/o di forme superiori di vita vegetale, causando una perturbazione dell’equilibrio degli organismi presenti nell’acqua e della qualità delle acque interessate.

Risulta quindi essere uno dei principali problemi di inquinamento che mette a rischio gli ecosistemi idrici. A livello globale infatti – come sottolinea il World Economic Forum – oltre 100.000 laghi presentano il problema della crescita di fioriture di alghe potenzialmente dannose, con conseguenze sulla salute pubblica e sull’accesso all’acqua per milioni di persone ogni anno.

Quali sono le cause

Seppur trattandosi di un processo principalmente di origine naturale, viene peggiorato inevitabilmente dalle attività umane. I principali responsabili di tale processo – l’azoto e il fosforo - si trovano, infatti, per natura in questi ecosistemi, poiché trasportati dai corsi d'acqua, fiumi e deflusso dell'acqua piovana. Tuttavia, l’apporto antropico di nutrienti nell’ambiente ne ha incrementato la quantità: lazoto in particolare è prodotto dall’attività agricola, mentre il fosforo dalle acque reflue domestiche e industriali.

Conseguenze sull’ambiente

Il processo innestatosi causa una reazione a catena nell’intero ecosistema: la decomposizione di alghe e altra materia vegetale produce anidride carbonica, abbassando il ph e provocando un’acidificazione degli oceani.

Tra gli altri effetti di questo processo, possiamo trovare:

  • Una riduzione della distribuzione in profondità delle macroalghe e delle erbe marine causata da una diminuzione di luce solare
  • Una minore quantità di ossigeno nelle acque di fondo, con un impatto sui pesci e sulla fauna bentonica, causa dalla presenza di alghe morte
  • Uno spostamento della biodiversità e dell'equilibrio dell'ecosistema.

Può anche avere impatti socio-economici, in particolar modo sull’industria della pesca e per il rischio di avvelenamento da molluschi negli esseri umani.

 

Come porre rimedio

Al fine di ridurre la quantità di azoto e fosforo sono necessari cambiamenti nelle pratiche agricole, una migliore pulizia delle acque reflue, un migliore controllo delle fonti diffuse di nutrienti urbani e l'introduzione di zone umide come pozzi di nutrienti.

Da molti anni l'UE si sta muovendo verso questa direzione, anche grazie alla Direttiva sui nitrati (1991), alla Direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane (1991) e alla Direttiva quadro sulle acque (2000).

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