Sanpellegrino presenta i risultati di uno studio sui servizi ecosistemici e i progetti di rigenerazione della foresta in Valtellina
Proteggere il territorio significa non solo preservarlo, ma rigenerarlo attivamente di fronte alle sfide climatiche. Il Gruppo Sanpellegrino ha rinnovato il proprio impegno per la tutela degli habitat montani in Alta Valtellina, presentando a Bormio i risultati tangibili degli interventi realizzati nelle aree colpite dalla tempesta Vaia nel 2018 e i dati dello studio sui servizi ecosistemici.
La tempesta Vaia aveva abbattuto circa 115 ettari di foresta solo nel Comune di Valdisotto, in particolare nella zona di Cepina, territorio dove sgorga l’acqua Levissima. Oggi, grazie alla collaborazione con il Comune di Valdisotto, il Consorzio Forestale Alta Valtellina e l’Università degli Studi di Milano, quel territorio sta tornando a vivere.
I numeri della rinascita: 15.000 nuovi alberi
Il progetto di recupero ha portato a risultati concreti. Ad oggi sono stati realizzati interventi su 51 ettari di bosco, che hanno compreso il recupero di 18 ettari di piante abbattute o colpite dal bostrico (un coleottero dannoso per gli alberi indeboliti), 9 ettari di nuovi rimboschimenti e 24 ettari di interventi preventivi. Complessivamente, sono stati rimossi 4.500 metri cubi di legname compromesso e sono stati piantati15.000 nuovi alberi appartenenti a otto specie differenti, per garantire una maggiore resilienza del bosco futuro.
I progetti di riforestazione sviluppati da Sanpellegrino insieme al Comune di Valdisotto, al Consorzio Forestale Alta Valtellina e all’Università degli Studi di Milano, avviati nel 2023, segnando un importante risultato, nel solco di un intervento più ampio che proseguirà fino al 2027 con ulteriori opere di bonifica, rimboschimento e bioingegneria del suolo per ridurre la caduta di massi e frane e limitare l’erosione. Dal 2028 al 2033 è inoltre prevista una terza fase dedicata alla manutenzione del bosco rigenerato dopo questi interventi.
Inoltre, questi interventi, valutati secondo indicatori scientifici, porteranno diversi benefici quantificabili nel tempo, tra i quali anche un incremento del volume di acqua rigenerata stimato in circa 1,4 milioni di metri cubi (2023-2035).
Il valore scientifico ed economico dell'ecosistema
Secondo lo studio sui servizi ecosistemici realizzato dall’Università degli Studi di Milano, le opere di riforestazione condotte nelle aree più colpite della zona di Cepina porteranno a un aumento del valore della provvigione legnosa stimato in 260.000 euro per le comunità locali.
Un rifugio per la biodiversità
La rigenerazione passa anche dalla tutela della fauna. La tempesta Vaia aveva messo a rischio specie insettivore come la cincia nera, che nidifica in alberi maturi ormai scomparsi. Per favorire il loro ritorno, sono state installate 40 casette-nido, già monitorate dai ricercatori che hanno osservato le prime covate. A queste si aggiungono 10 nidi specifici per la civetta nana, un rapace simbolo delle alte quote.
Un impegno a lungo termine
Questo progetto si inserisce in una collaborazione storica di oltre 17 anni tra Sanpellegrino, l'Università degli Studi di Milano e le istituzioni locali: questa collaborazione ha portato, negli anni, alla realizzazione del primo catasto di tutti i ghiacciai Alpini - con dati e informazioni sui 903 ghiacciai presenti sulle nostre montagne - e alla realizzazione di un programma di studio della criosfera.
"Proteggere i territori in cui sgorgano le nostre acque minerali è da sempre parte integrante del nostro impegno, ma oggi tutelare la biodiversità richiede uno sforzo ancora più grande," ha dichiarato Ilenia Ruggeri, Direttore Generale del Gruppo Sanpellegrino. "Continuiamo ad adottare un approccio scientifico, lavorando insieme ai nostri partner per rigenerare i pendii boschivi e sostenere specie autoctone chiave".